LA SALA DA BAGNO

Siamo gli alchimisti dell'habitat umano, dosiamo con sapienti giochi, di pieni e di vuoti, gli spazi e la materia. Riuscendo a creare quello che non c'è da un'idea.





Gli spazi abitativi rappresentano l'espressione materiale delle esigenze psico-fisiche dell'uomo dei suoi bisogni palesi o inconsci e pertanto inespressi. Non credo, per tale ragione, nella angusta definizione di “ambienti di servizio”, rivolta a contraddistinguere nel suo complesso i luoghi destinati ad ospitare la cucina e il bagno. In particolare Mi piace definire il bagno come un macro cosmo nel cui interno trovano collocazione vari micro settori che, in base alle scelte personali possono, di volta in volta, creare un unico ambiente integrato o rendere possibile l'appropriazione esclusiva di una sola porzione di esso. Il concetto si basa quindi su un principio di flessibilità. Si aggancia anche a quella che è la concezione della sala bagno nella cultura giapponese, nella quale esiste una netta separazione dei servizi igienici dall'ambiente destinato ad accogliere solo la vasca che viene usata solo per immergersi. Se in generale non sempre gli spazi destinati ad accogliere il macro-cosmo-bagno sono tanto ampi da includere i molteplici usi possibili è pur vero che, con particolari accorgimenti, si riesce comunque a creare una funzionalità flessibile e integrata. Il tutto sarà armonizzato con l'utilizzo di materiali adatti a supportare le diverse soluzioni ambientali. I colori, le luci e i suoni, con le loro variazioni cromatiche e sonore, saranno la traduzione e l'espressione degli stati d'animo degli utilizzatori. L'immersione in questo luogo sarà reso più gradevole da un “black-out” temporale in cui sprofondare per rilassarsi e trovar sollievo dagli affanni.


Arch. Elisabetta barbarisi

 

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