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Disposizioni per il sostegno all'occupazione
La maggioranza dei soci deve impegnarsi a lavorare nell'impresa ed appartenere ad una o più delle seguenti categorie:

- giovani (età: 18-35 anni) iscritti alla prima classe delle liste di collocamento;
- lavoratori iscritti nelle liste di mobilità o da queste decaduti per decorrenza dei termini;
- lavoratori sospesi perché eccedenti nell'ambito dell'impresa con diritto al trattamento straordinario di integrazione salariale;
- soggetti iscritti alle liste di collocamento da più di 2 anni;
- donne;
- lavoratori svantaggiati secondo quanto indicato all'art. 4 della L. 381/91;
- altre categorie deboli sul mercato del lavoro, eventualmente individuate con delibera della Commissione Regionale per l'impiego.

Tipologie di società ammissibili: in nome collettivo, semplici, in accomandita semplice, in accomandita per azioni, per azioni, a responsabilità limitata, cooperative di produzione e di lavoro.
Non sono ammesse le società con un unico socio.
SCADENZA
Sempre aperta. Salvo disponibilità a livello regionale.

Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni
La pubblicazione del Testo Unitario delle Norme Tecniche per le Costruzioni sulla G.U. del 23/09/05 e la sua entrata in vigore dal 23/10/05 hanno ormai concluso il lungo e travagliato percorso verso una nuova normativa. La nuova norma, che conferma in campo sismico le indicazioni generali delle Ordinanze 3274 e 3431, ha impostazione prestazionale: indica gli scenari di carico e di contigenza e definisce i fattori di sicurezza per i diversi stati limite da considerare nelle verifiche, ma lascia alla consapevole responsabilità del progettista la scelta delle formule e delle procedure di dettaglio fra quante "ampiamente consolidate o adeguatamente giustificate". Dato il suo carattere fortemente innovativo, se ne consiglia una lettura attenta. E' anche necessario utilizzare il periodo transitorio concesso dalla legge per sperimentarne l'applicazione in contesti concreti in modo da acquisire una piena consapevolezza del nuovo contesto normativo e di sviluppare una sensibilità alla progettazione secondo i nuovi criteri. Una scelta consapevole del software di calcolo resta tuttavia critica in quanto deve discendere da una attenta valutazione delle ipotesi di modellazione utilizzate, specie in relazione agli aspetti più innovativi introdotti dal nuovo contesto normativo: analisi dinamica, effetti della componente verticale del sisma, analisi non lineare, valutazione del fattore "q" di struttura.


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Troppo cloro nell'acqua

Siamo così sicuri che l'acqua che sgorga dai nostri rubinetti è davvero potabile? L'acqua che tanto è pubblicizzata dai sindaci da Venezia a Roma è proprio così sana e fresca? Da uno studio della seconda università di Napoli risulta che lo è dal punto di vista batterico, ma non dal punto di vista dei derivati della disinfezione che si deve praticare. Più sono i batteri presenti più è necessario aggiungere cloro i cui derivati, se in eccesso e se sommati giorno dopo giorno, potrebbero anche essere cancerogeni.

E così in un bicchiere d'acqua fresca di un'abitazione milanese o veneziana non vi saranno batteri ma trialometani o cloroformio o tetracloroetene oltre i limiti di legge. Non i batteri fecali riscontrati dai tecnici americani nell'acqua delle abitazioni dei militari americani che vivono tra Napoli e Caserta, non gli idrocarburi presenti in quella della base Nato di Vicenza (secondo la rivista Star & Stripes). Ma composti organo alogenati, derivati proprio dalla clorazione disinfettante. Insomma un salutare cocktail chimico. Lo studio napoletano si è interessato della purezza dell'acqua che si beve. Da quella dei rubinetti, punto d'arrivo degli acquedotti, a quelle minerali in vendita. Campioni prelevati in cinque città italiane: Perugia, Napoli, Milano, Venezia e Firenze.

I dati allarmanti, quelli che hanno destato l'attenzione dei ricercatori, sono stati i livelli dei derivati del cloro in alcuni campioni. Sostanze non sempre misurate dall'Asl o dall'Arpa, i laboratori regionali per la tutela dell'ambiente deputati ai controlli. Dice Massimiliano Imperato, docente di Idrologia e Idrogeologia dell'università Federico II di Napoli e Direttore del Ceram (Centro europeo di ricerca acque minerali): «Sono stati trovati nei campioni prelevati dai rubinetti delle abitazioni elementi contaminanti di chiara provenienza antropica (inquinamento) e sottoprodotti della clorazione, come trialometani, bromoformio, cloroformio e composti organo-alogenati, come tetracloroetilene e tricloroetilene. In alcuni casi, la concentrazione di questi inquinanti è risultata al di sopra dei limiti previsti (decreto legge 31/2001). Anche di molto». In particolare su un totale di 25 acque analizzate, 7 risultano non conformi (30%) per il superamento della Cma (Concentrazione massima ammissibile) di una o più sostanze: 4 a Milano e due a Venezia.

E' già partito un secondo studio, più ampio, che avrà termine ad ottobre. «I processi di clorazione — spiega il chimico Marco Trifuoggi —, attivano la formazione di sostanze organiche alogenate (indicate generalmente con il termine Dbp, ovvero disinfection by-products) che si formano in seguito alla reazione tra il cloro e le sostanze organiche presenti nell'acqua». I rischi per la salute? Risponde Marco Guida, Igienista e tossicologo: «Recenti studi epidemiologici hanno mostrato una correlazione tra l'assunzione prolungata di acque clorate e l'aumentato rischio di cancro a prostata, vescica e retto». Negli Stati Uniti, infatti, le acque non si clorano più, ma si ozonizzano. Ma il trattamento è più costoso. E anch'esso non esente da rischi.
da: ADIGE TV